Negli anni ottanta, lo spopolare delle moto giapponesi in Europa, coincise con la sempre più diffusa presenza di motori quattro cilindri. Questo fenomeno ha dettato legge in termini di costruzione e prestazioni. I modelli più belli e appetibili del mercato, le moto sportive, sono state tendenzialmente equipaggiate con quadricilindrici, tanto che questo schema era presente anche sotto le medie cilindrate come il Suzuki GSF Bandit 400 del 1991. Prima ancora, aziende come Honda, Benelli o Kawasaki, avevano prodotto delle maximoto a sei cilindri in linea. Nel caso di Honda, l’obbiettivo era la potenza e raggiunto lo scopo, si trattò poi di riuscire a scaricare a terra i cavalli nel modo più vantaggioso.
A parte casi di modelli sportivi come Aprilia RSV 1000, Honda VTR 1000 e la saga delle Ducati 916, 996. 998, 999 e 1098 che in Superbike hanno dominato, il bicilindrico stradale era caratteristica di moto come le BMW o Moto Guzzi di trenta o quarant’anni fa, che godevano di una affezionata e ristretta clientela, senza spaccare il mercato. Col tempo, questo fenomeno ha vissuto un’inversione di rotta e ad oggi, troviamo gamme intere in cui non compare nemmeno una quattro cilindri.
Questo perché la concezione dei propulsori è cambiata e si è iniziato a valorizzare la leggerezza, la gestione elettronica del mezzo e non per ultima cosa, i costi di produzione. In controtendenza ci sono comunque alcuni modelli stradali interessanti che mantengono viva la vecchia scuola e che vale la pena scoprire.
SUZUKI GSX-S 1000
Equipaggiata con lo stesso motore della sportiva GSX-R 1000 è una moto sostanziosa, con la giusta cavalleria (152 Cv), buone dotazioni, strumenti e ha il cambio elettronico quick shift bi-direzionale. Esteticamente è molto affilata e ha il faro anteriore a tre led a sviluppo verticale che le dona un look insolito. E’ un’ottima moto per le giornate più allegre in collina o anche per qualche uscita in pista. Il manubrio largo e la posizione in sella, addolciscono la sportività di questa splendida naked.
KAWASAKI Z 900 RS
E’ il classico rivisitato che non passa mai di moda e non serve categorizzarla come vintage. Piuttosto, è il prosieguo della serie e ricorda da vicino per forme e carattere la Z1 degli anni settanta a cui è ispirata. Il telaio è la versione nuova e deriva dal vecchio Z 900, mentre le finiture e le impostazioni ne fanno una turistica old style da 111 Cv. Bella e comoda è destinata riviere a lungo.
BMW S 1000 R
Laddove svestire una superbike diventa usuale, BMW propone l’S 1000 R che monta il quattro cilindri della S 1000 RR. Una naked veramente pregiata che si è già fatta apprezzare nella guida da molti estimatori del marchio e non. 160 Cv di potenza non sono pochi in 193 chilogrammi di motocicletta, ma piace soprattutto per l’inaspettata comodità della posizione e l’agilità riscontrata nelle situazioni di guida pura. Esiste anche la sorella siglata “M” da 209 Cv a cui fa riferimento l’ M 1000 RR, ma a noi piace il profilo un po’ più basso per godere in pieno di tutti i dettagli che una moto così precisa e perfezionata offre.
YAMAHA MT-10
Quando è uscita si capiva subito che avrebbe accontentato i motociclisti più esigenti. MT-10 è l’esatto connubio tra potenza sportiva e guida stradale. La struttura di questa moto esalta il motociclista che ama fare chilometri e perdersi nella bellezza di un salita di montagna. Il propulsore derivante dall’R1 si sposa benissimo con il telaio e la ciclistica che ne fanno una moto vincente in tutte le situazioni di uso stradale. E i 166 Cv a disposizione sono ampiamente al di sopra del necessario per divertirsi.
HONDA CB 1000 R
Ammiraglia del gruppo Neo Sport Cafè, è la naked di grossa cilindrata della casa dell’ala e nonostante la linea filante, è vivo il richiamo alle CB del passato con le sue forme e il grosso serbatoio. Adatta ad una guida esperta, il muscoloso motore è lineare e non supera i 150 Cv. La posizione di guida non è troppo caricata sull’anteriore e ben si adatta a chi vuole intraprendere viaggi, oltre che divertirsi tra i tornanti.