MBE 2023
Oggi ha avuto inizio la 15’ edizione di MBE: la fiera nata per preparatori e moto custom, special artigianali nate dall’estro dei loro creatori. In questi 15 anni anche il motor bike expo di Verona si è evoluto, pur mantenendo un forte richiamo con la sua indole informale e orientata agli appassionati.
Troviamo anche moto di serie da qualche anno a questa parte: i visitatori apprezzano ed è diventato un evento che coinvolge un vasto pubblico. Anche quest’anno sono presenti alcune case motociclistiche con la loro gamma, anche se in forma ridotta. Cito Yamaha e Suzuki tra le giapponesi, Aprilia Guzzi e Benelli tra le italiane, ma tra gli espositori mi ha particolarmente colpito “Ruote da sogno”. Nell’area da loro occupata facevano bella mostra di sè tante glorie a due ruote di un passato non tanto lontano, Vespe di vari anni e cilindrate, sportive 500 DUE TEMPI, e un esemplare “conservato” di una Moto Guzzi V7 sport della primissima e preziosissima serie con TELAIO ROSSO. Solo i primi 200 esemplari costruiti avevano questa caratteristica, studiata per mettere in mostra il “cambio di passo” della produzione Guzzi evidenziando il nuovo telaio realizzato da Lino Tonti(di Cattolica, Romagna…).
Li a fianco, Honda RC30, la VFR 750 nata per le corse nel 1987: tre, tutte bellissime, arrivarono sul mercato italiano nel 1988. Ne conosco la storia, Roberto Patrignani le dedicò un libro in cui descrisse gli effetti del fascino che quella moto esercitò su di lui: dovette acquistarla, e per non deluderla la portò in gara al Tourist Trophy(Ti porterò a Bray Hill – Giorgio NADA editore).
Proseguendo, nei padiglioni della fiera, la “Bottega Bastarda” di Forlì ha esposto una gamma di special su base BMW serie K, con motore a “sogliola” 4 cilindri.
E’ una moto che si presta alle personalizzazioni e molti preparatori se ne prendono cura, ma il loro progetto mi ha colpito per la pulizia delle realizzazioni e delle “vocazioni” delle moto realizzate, passando dalla versione “scrambler” alla “Enduro” e alla sportiva “cafè racer”, con uno stile elegante ed esemplari curati
dalle linee pulite. A colpo d’occhio potrebbero sembrare moto di serie “nuove”, tanto sono ben realizzate.
Nel padiglione 6, tra Suzuki e Yamaha(entrambi a gamma ridotta),
faceva spicco lo stand Motul, particolarmente curato dal gusto vintage. “Prendetevi cura della vostra moto, noi ci prenderemo cura di voi”, recita il mantra dello stand: offrivano un taglio capelli o cura della barba ai motociclisti.
Nell’area esterna, c’è un’arena dedicata agli stuntman, che replicano lo spettacolo di Mirabilandia della “scuola di polizia” con acrobazie su due e quattro ruote. Nell’altra arena hanno realizzato un circuito transennato in cui abili piloti professionisti si esibiscono derapando vistosamente al volante di vetture appositamente preparate. Lo spettacolo è assicurato, e con un investimento modesto(l’equivalente di un hamburger con birretta…) è possibile salire al fianco di un pilota per provare l’emozione di tre giri di pista.
A mio avviso, l’aspetto meno nobile dell’evento rimane il “mercato”: come da tradizione ci sono padiglioni in cui venditori più o meno professionali vendono al pubblico degli appassionati tutto quello che riguarda le necessita del motociclista: ma si sa, è una tradizione dell’evento stesso. E’ facile incontrare uscendo dalla fiera qualche motociclista con un treno di pneumatici nuovi sotto braccio, oppure con la scatola di un casco.
Clarence