La “prima” del ‘22
È stata una bella giornata.
Anche l’alba, particolarmente luminosa: fredda, come gennaio merita, ma asciutta, aria limpida, cielo brillante.
Preparata la moto in garage appena dopo colazione: sono sceso che non erano ancora le 8.00; era ancora senza la sua marmitta…
Poi ho meticolosamente preparato l’abbigliamento, e alle 12.00 ero pronto ad uscire.
La prima gita dell’anno, pianificata da tempo, con la stessa emozione negli occhi di un bambino la mattina di Natale.
La moto ti coinvolge, lavora in background come una app, e tra i 60 mila pensieri quotidiani rappresenta almeno un 10%, fino al giorno in cui ci sali e la porti fuori. Proprio come oggi: ero con la tedesca, la 40enne è ancora in lavorazione, e il momento di accenderla, con il casco allacciato in testa e la giacca chiusa, è sempre una festa.
Poi salgo in sella, apro il cancello col telecomando, e si parte. Bicio è già li, ha la moto accesa, c’è solo lui perché gli altri non possono oggi.
“Marradi?”
“No dai, montanara, Firenzuola poi vediamo…”
“Ok, vai, ti seguo”..
E via, con calma, via Emilia, Castello, Imola, passiamo dietro all’autodromo, codrignano… il fiume è li, alla mia destra, coi suoi colori bellissimi che sfilano al mio fianco. Vorrei guardare dappertutto, come fosse la prima volta che mi trovo li, mi sembra tutto più bello anche se gli alberi non hanno ancora le foglie e la strada è ancora bianca per il sale.
Le curve in ombra sono scivolose, con l’asfalto umido, l’aria è pungente ma si sta benissimo. La tedesca mi accudisce, si prende cura di me e mi scalda le mani; il suo parabrezza mi protegge dall’aria, regolato nella sua posizione più alta.
Ci stiamo avvicinando a castel del rio, e le montagne sono ancora più belle dell’ultima volta che le ho viste e salutate. C’è una bella luce, mi guardo attorno e il corso del fiume scorre accanto a noi con suo corso tortuoso almeno quanto la strada che percorriamo.
Pensieri in libertà, guidare è terapeutico: in sella trovo concentrazione e riesco a concentrarmi sulle mie cose senza distrarmi dalla guida. Le marce entrano in sequenza con dolcezza, rapide, con le curve che ci vengono incontro, la strada che scorre sotto di noi disegnando un percorso condizionato da quello del fiume che segue il suo corso più in basso.
Tra pochi sabati queste curve avranno un aspetto diverso, si vestiranno del verde della vegetazione che si prepara per la primavera.
I ristoranti e i bar che si affacciano sulla strada sono ancora in letargo, come il chioschetto di Firenzuola.
La moto tuona, praticamente ad ogni marcia che tolgo per impostare le curve, fa ritorni di fiamma: è generosa, mi è mancato durante la pausa invernale e mi fa sorridere dentro al casco questo suo modo di farsi notare, scoppietta con piglio quasi sportivo. Sono lento in sella, sono scoordinato e in ritardo nei miei spostamenti, anche se gli automatismi sono quelli giusti, quelli che eseguo per percorrere queste curve.
Non sento freddo, sono 10 o 12 gradi e per essere gennaio non c’è altro da fare che ringraziare.
Benvenuto ‘22, ci aspettano giornate di sole fantastiche, con le nostre curve sotto le ruote e le traiettorie giuste che ci accompagneranno.
La moto crea una sorta di dipendenza, ed è curativa.
Senza guidare se ne sente la mancanza, e quando arriva iil momento di interrompere l’attesa, è festa.
Clarence – Due Ruote News